L'acqua e il fuoco Itinerario etnografico - Frasco (Valle Verzasca)

Frasco

L'itinerario proposto si sviluppa seguendo un doppio filo conduttore: l'acqua e il fuoco. L'acqua, che faceva funzionare macine e turbine, simboleggia l'antica forza motrice indispensabile per svariate attività dell'uomo; e il fuoco, fonte vitale di calore e di energia necessaria tra l'altro per cuocere gli alimenti e per la fabbricazione della calce. Si può infine metaforicamente accostare questo elemento al fervore religioso che ha caratterizzato la vita rurale dei secoli passati. Oltre ai 13 punti del percorso circolare, vengono suggeriti 3 punti d'interesse e approfondimento a complemento di questo itinerario. Si tratta della lüera (trappola del lupo) di Alnèd, delle 2 fornaci all'imbocco della Val d'Efra e della cava di marmo bianco di Benàsc. Questi punti sono contrassegnati dalla lettera "a" e da una freccia che indica una deviazione dal percorso originario.

Frasco, a circa 880 m s/m, è il penultimo villaggio della Verzasca. Situato sul fondovalle è composto da diversi nuclei: Torbora, Cantòm, Pé e Scima er Mota (questi ultimi traducibili in: "ai piedi" e "in cima al pendio"). Un tempo, ogni nucleo abitativo era relativamente autonomo e caratterizzato dall'influenza di diverse famiglie. I vari insediamenti disponevano, ad esempio, del proprio forno per il pane e della propria fontana. Al centro del paese troviamo l'imbocco della Val d'Efra, con il suo tumultuoso torrente che forma una spettacolare cascata. Il comune conta oggi un centinaio di abitanti. Circa il 15% della popolazione attiva è attualmente ancora occupato nel settore primario. Alcune piccole aziende si dedicano prevalentemente all'allevamento (capre e mucche) e alla produzione di ottimi formaggi. In passato Frasco fu un centro artigianale di una certa importanza, grazie allo sfruttamento delle risorse naturali. La forza idrica attivava più mulini, una segheria e alcune macine per segale e mais, e con i frantoi si ricavava olio dalle noci. Si coltivavano inoltre lino e canapa e si procedeva con l'estrazione di marmo per la produzione di calce nelle fornaci situate principalmente nella Val d'Efra. Agli inizi del '900 lo spirito d'iniziativa della famiglia Ferrini portò ad uno sviluppo significativo del turismo, grazie soprattutto alla costruzione dell'albergo Efra, la cui reputazione andò ben oltre i confini regionali.