Libertà, di cosa è il nome: Derive di una aspirazione intramontabile nonostante tutto

 

Locarno

01.12.2022

Il filoso Fabio Merlini si interroga sul concetto di libertà.
Il passato recente e il presente, con le loro catastrofi (sanitaria e umanitaria); la crisi climatica, con il suo rimettere radicalmente in discussione il senso stesso dell’idea di civiltà e di razionalità, costringono a ripensare in modo radicale il valore della libertà. Veniamo da una storia, la Modernità, che ha stabilito una solidarietà granitica tra individualità e libertà; una solidarietà reinventata poi in modo antimetafisico dalla cosiddetta Postmodernità, per soggettività – così si immaginava - anarchiche, leggere, decentrate, plurali, flessibili, aperte a un gioco infinito di identificazioni, pronte a reinventarsi quando e dove necessario. Contingenza, decentramento e provvisorietà erano dunque gli emblemi di una ulteriore liberazione, al di là del lavoro compiuto a questo riguardo dalla “rivoluzione moderna”. Tutto questo mostra oggi il suo lato inconsistente. Poiché il tema dei limiti, quello della responsabilità richiedono di oltrepassare l’individualismo autocentrato con cui troppo spesso organizziamo la nostra azione nel mondo, rivendicando una libertà che, di fatto, non ne è che il riflesso. Questa necessità di superamento lega la questione della libertà a una questione antica, ma sempre attuale: che cosa significa “venire a capo di sé” e in che senso questo incamminamento fa segno su un processo di autocomprensione che trasforma le pretese della libertà?

Fabio Merlini è presidente della Fondazione Eranos e direttore regionale della sede della Svizzera Italiana dell’Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale.

TIPOLOGIA

  • Letteratura