Switch the witch
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‘SWITCH THE WITCH’ è una mostra collettiva e multidisciplinare che coinvolge realtà artistiche svizzere e internazionali e affronta il tema dell’altereità, della mutazione, della trasformazione e del realismo magico attraverso un punto di vista transfemminista.
TOMBOYS DON’T CRY invita una pluralità di artist? a esplorare diversi scenari del linguaggio e delle arti visive attraverso installazioni, suoni, sculture, video e produzioni editoriali in una prospettiva di resistenza pluralista, propositiva e sensibile, radicata nella ricerca queer transfemminista intersezionale il cui scopo è di fare incontrare l? artist? svizzer? coinvolt? con un panorama di collaborazioni internazionali, in un dialogo che inneschi visioni, considerazioni e idee sul futuro.
L? artist? svizzer? invitat? sono Lou Masduraud [Ginevra], Evo Jovicic [Losanna], Riikka Tauriainen [Zurigo], Marta Margnetti e Giada Olivotto [Lugano] oltre ad Alieni [Londra], Dafne Boggeri [Milano], Good Witch [NY], Industria Indipendente [Roma], Lucile Olympe Haute [Parigi], Nygel Panasco [Strasburgo], TOMBOYS DON’T CRY/Wet Mess [Milano/Londra] e Wretched Flowers [NY].
Le opere in mostra propongono modi non convenzionali di ricordare e connettersi, offrendo spazio per descriversi, attraverso emozioni ed intuizioni, rituali, accadimenti collettivi e reclamare la figura della strega e dell’ ‘altro’ in opposizione alla rappresentazione stereotipata fornita nel corso della Storia. Dobbiamo a queste femministe cacciate, accusate, torturate e bruciate, gli enormi progressi in ambito socio-politico e di genere. Ci parlano di salute, di corpo, di medicina, di scoperta di sé e di rifiuto dell’ordine stabilito, ci riconciliano con la natura, trasgrediscono le norme, ci ricordano che non è sempre facile rivendicare l’accesso al sapere e sviluppare competenze non accademiche.
Ad aprire lo spazio, TOMBOYS DON’T CRY con l’artista performativa inglese Wet Mess presentano il video ‘How Many Licks’. Evo Jovicic espone una serie di alfabeti tipografici realizzati a mano, segni chiave per combinare e ricombinare il linguaggio come formula, più o meno, magica. L’artista multidisciplinare Dafne Boggeri presenta ‘The Oracle’ scultura performativa che se indossata dona il potere delle preveggenza.
La soglia tra i due spazi è segnata da ‘Alien Wall Sconce’ una scultura/vaso antropomorfa del duo americano Wretched Flowers.
Lo spazio è attivato con infusi di erbe aromatiche locali dalla scultura-fontana dell’artista attualmente in residenza all’Istituto Svizzero di Roma Lou Masduraud, che esplora l’elemento acqua come indagine socio-politica sulla condivisione.
E poi il duo romano Industria Indipendente con l’installazione ‘My legs run and write free’, la fotografia ‘Bodybuilders, crop 01’ dell’artista fotografa Alieni e la scultura ‘Dripping’ di Dafne Boggeri.
Nella stessa sala, una sezione dedicata all’editoria presenta quattro diverse edizioni di zine prodotte da Fattucchiere [Marta Margnetti e Giada Olivotto] di cui una creata e distribuita gratuitamente in occasione della mostra, ‘Subnatural Voices’ di Riikka Tauriainen,’Write earth’ dell’artista americana Good Witch, ‘Cybersorcières’ di Lucile Olympe Haute e ‘L’an 2021’ di Nygel Panasco, in uno speciale setup dedicato alla consultazione delle edizioni.
SWITCH THE WITCH dà precedenza ad espressioni di sorellanza, differenza, al soprannaturale, alla creatività e alla cerimonia come percorso di guarigione e ci ricorda come il trauma ereditato dalla Storia continua a influenzarci oggi.