Fece edificare il palazzo che possiamo ammirare oggi, sacrificando la costruzione della Baronessa e la chiesetta di San Pancrazio. Aggiunse il bagno romano, l’orangerie e la darsena. Max Emden diede disposizioni perché la villa fosse costruita con materiali pregiatissimi e adattata allo suo splendore del giardino. Sotto la sua egida si stabilì il culto di un mondo effimero fatto di sfarzo e festini, che popolò di persone e nuova vita le Isole di Brissago, non poi così diversamente da quanto aveva fatto il mecenatismo della Baronessa. Ma se allora l’atmosfera era popolata di chi l’arte la faceva, fino al 1940 le isole furono il regno di chi l’arte la comprava: i nuovi ricchi della Germania del dopoguerra.
Nel 1949, nove anni dopo la morte di Emden, il Consiglio di Stato del Cantone Ticino ricevette un’offerta per la vendita delle Isole. Il Cantone acquistò il 50% della proprietà, mentre il restante 50% venne suddiviso tra i comuni di Ascona, Brissago e Ronco sopra Ascona, la Lega Svizzera per la difesa del patrimonio nazionale (oggi Heimatschutz Svizzera) e quella per la protezione della natura (oggi ProNatura).
L’anno successivo, il 2 aprile 1950, le porte del Parco botanico delle Isole di Brissago furono aperte per la prima volta al pubblico.
Visitare le Isole di Brissago significa immergersi in un paradiso tropicale, ideale per una gita in famiglia alla scoperta del Giardino Botanico, che per trascorrere un weekend romantico all’Hotel Villa Emden.