A causa dei danni provocati dal maltempo, la Val Bavona rimane attualmente inaccessibile fino a nuovo avviso. Si consiglia di tenersi informati tramite il canale cantonale ufficiale "Emergenza Vallemaggia" per maggiori aggiornamenti.
La valle è in grado di affascinare le persone grazie al suo carattere unico. Ma non solo: si trasforma continuamente. L’obiettivo della riserva è lasciare 766 ettari di alberi al loro sviluppo naturale per 50 anni, così da recuperare lo stato primordiale della foresta.
Inoltre, tra il 2011 e il 2015 sono state risanate diverse strutture opera dell’uomo come capanne, stalle, muretti, biotopi per la conservazione del paesaggio. Dal 2020 è presente anche un infopoint nel villaggio di Lodano che offre interessanti informazioni sulla fauna, la flora e la storia della Valle di Lodano. Una visita è altamente raccomandata!
La Valle Bavona è una valle da assaporare a piedi. Il percorso della transumanza attraversa i dodici nuclei abitati e permette di vedere con i propri occhi le testimonianze ancora intatte di una civiltà d’altri tempi, in un paesaggio di straordinaria quanto impervia bellezza. Il villaggio di Foroglio è senza dubbio il più conosciuto della Valle: adagiato accanto a un’imponente cascata che si getta da 110 m di altezza, ha un che di fiabesco e mistico. La Bavona è stata abitata fin da tempi antichissimi. Tuttavia la popolazione stabile restò solo fino al 1500 circa; in seguito, i disastri naturali e il conseguente degrado ambientale resero le condizioni di vita in valle insostenibili al punto da costringere i suoi abitanti a stabilirsi definitivamente a Cavergno e Bignasco mantenendo la Bavona come retroterra per la bella stagione. Da allora ebbe inizio la transumanza, la migrazione stagionale di bestiame e persone dal fondovalle agli alpeggi. Oggi, la Val Bavona è la meta prediletta di escursionisti in cerca di pace e paesaggi straordinari, ma anche dei trailrunner amanti delle sfide: qui si tengono infatti la The Great Waterfall Skyrace e la Basodino Mountain Run.
La Valle Bavona fu particolarmente inospitale e indomabile per i suoi abitanti, che pure riuscirono a trarre tutto il possibile da questa valle estrema. Si estende per 124 km2 di territorio montagnoso al 70% improduttivo: macigni e rocce sono ovunque e solo l’1,5% della superficie totale occupata dalla valle è coltivabile. Queste condizioni estreme, però, furono sorgente di un ingegno ammirabile: gli abitanti della Valle Bavona impararono a fare di questa terra ostile un’alleata, trasformando gli anfratti tra i massi in abitazioni, rifugi per il bestiame o cantine. Nel dialetto locale sono noti come «splüi». Altre costruzioni antropiche tipiche della Valle Bavona sono i prati pensili: macigni sui quali gli abitanti della valle portarono della terra in modo da recuperare un po' di superficie coltivabile. Un lavoro ciclopico e mirabile reso necessario dalla scarsità di terreno coltivabile nel fondovalle. Gli abitanti della Val Bavona amano questo stile di vita semplice, che permette loro anche di sfuggire al caldo e al trambusto della città durante l’estate.
Senza elettricità
Ancora oggi, nonostante vi si produca molta elettricità grazie alle tre centrali idroelettriche, la Valle Bavona non è allacciata alla rete elettrica, fatta esclusione per San Carlo. Molti abitanti hanno installato dei pannelli solari o si sono organizzati con un impianto a gas comunitario. La mancanza dell’elettricità e di una strada carrozzabile, che fu costruita solo dopo il 1950, hanno senz’altro contribuito alla conservazione del mondo rurale in questa valle.